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Blackout, caldo e fotovoltaico

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giuatt07
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In questa estate ,che sta raggiungendo i 40 gradi in molte località italiane, si sentono svariate notizie di Blackout, di solito che non comprendono mai città intere, ma vari quartieri, di solito zone ben precise che sono coinvolte da un guasto alla rete, per cui devono intervenire i tecnici a risolvere, per adesso sempre portando la riparazione ad avvenuto successo.

Ma questi fenomeni sono sempre avvenuti, inutile fare i complottisti de "l'apocalisse è vicina": con il caldo torrido si tende ad accendere di più l'aria condizionata, non solo nelle case, ma soprattutto nei locali che lavorano al pubblico, per cui avere una temperatura sotto i 20 gradi anche d'estate è ormai un obbligo.

In verità, mi ricordo gli anni in cui in Italia l'aria condizionata era considerata un vero lusso, e solo i locali più lussuosi se la potevano permettere, spesso vantandosene con scritte esposte fuori dalla porta: per tutti gli altri c'erano le pale al soffitto e i ventilatori.

Diversa è la situazione negli USA, per cui l'aria condizionata è un vero Must, guai a toccare la "AC", è impensabile lavorare con il pubblico senza temperature 10-20 gradi sotto quelle esterne d'estate, quando andavo negli States negli anni 90 non mi ricordo di essere entrato in nun locale che non avesse l'aria condizionata a palla, certe volte era talmente forte che veniva voglia di mettersi una felpa.

Ovviamente noi italiani vogliamo sempre copiare le mode dall'oltreoceano, però la rete di produzione e distribuzione dell ' energia elettrica in Italia è molto più delicata e con un autonomia molto più bassa: per nostra scelta non abbiamo centrali nucleari attive, anche se importiamo l'energia da questo tipo di centrali situati in altri paesi, scelta che ci costa non poco a livello di spese, lo vediamo tutti nelle bollette che ci arrivano per la corrente elettrica, tra le più care in Europa.

C'è chi a deciso di integrare la propria fornitura di energia con un impianto fotovoltaico, e, in rarissimi casi, c'è anche chi si è completamente staccato da qualsiasi gestore e alimenta la propria abitazione con il proprio impianto.

L'impianti fotovoltaici si dividono principalmente in due tipi: On Grid e Off Grid.

Gli impianti On Grid sono collegati direttamente alla rete elettrica nazionale: producono energia che può essere utilizzata immediatamente dalle utenze collegate e l'eventuale surplus viene immesso in rete, spesso con compensazione economica , di solito a tariffe stracciate, tramite il meccanismo dello scambio sul posto o della vendita diretta.

Gli impianti Off Grid, invece, sono indipendenti dalla rete elettrica e funzionano in modo autonomo grazie a sistemi di accumulo (batterie) che immagazzinano l’energia prodotta per essere utilizzata anche in assenza di sole, rendendoli ideali per abitazioni isolate o in zone non raggiunte dalla rete elettrica, e possono lavorare in alternanza con la rete elettrica: per esempio, quando non c'è abbastanza luce solare e la batteria di accumulo si sta scaricando, l'inverter passa all'alimentazione da rete fino a quando la batteria non si ricarica, in questo modo, soprattutto di inverno, si evitano problemi in giornate con pochissima luce solare.

Però il fotovoltaico, a livello di uso personale, rimane spesso relegato alla campagna o alle periferie: infatti, installare dei pannelli in una città, magari d'arte, dove ogni intervento edilizio deve armonizzarsi con un contesto urbano stratificato nei secoli, chiedendo il permesso Soprintendenza.

Anche una semplice struttura fotovoltaica “invisibile” potrebbe essere bloccata se si trova all’interno di un’area dichiarata di interesse culturale, però dai dati sembra che questo modo alternativo di generare energia elettrica stia prendendo piede, con un aumento generale dell'interesse, anche se le ditte, non sempre preparate, sparano dei prezzi incredibili per i preventivi.

Grazie dell'attenzione e alla prossima.

immagine realizzata con Gemini